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Gioco e scommesse, antidoti alla povertà (Maria Giovanna Milanese)

La scommessa come unica soluzione alla crisi e alla povertà. E’ quanto credono i numerosissimi italiani che ormai hanno scambiato la pratica delle “scommesse” come una vera e propria fonte di reddito. Ma se il vizio del gioco rimane solo un’illusione pericolosa di facile guadagno, capace invece di svuotare ancora di più le tasche degli italiani, lo stesso discorso non può valere per le 5.800 imprese del settore che la loro ri-vincita sulla crisi se la sono già presa.
+ 17,7% è infatti il numero vincente di tali aziende del settore che con questo aumento, rispetto al 2010, si sono aggiudicate nel 2011 una vera e propria crescita in numerose regioni di Italia.
Prima tra tutte proprio la Campania che, con le sue 935 imprese, finalizzate al gioco e alle scommesse, si aggiudica il 16,3% di crescita sul totale nazionale. Seguono la Lombardia con il 12,9%, e il Lazio con il 10,3%. Tra le province, la città capofila infatti è proprio Napoli dove si contano ben 553 attività ben avviate. A farla da padrone, nel settore, sono soprattutto le ricevitorie del lotto e del superenalotto e tutte le attività legate all’uso di apparecchi a gettone, senza contare la crescente fortuna dei siti internet dedicati al gioco on-line a pagamento. Dunque 36 i miliardi di euro incassati solo nei premi sei mesi di questo 2011 divisi tra i vincitori che si aggiudicano una fetta del 75%, l’erario con il suo 13% di incasso e i gestori che ne guadagnano il restante 12%. Tutto ciò è emerso dall’indagine condotta da Agipronews, l’agenzia di stampa quotidiana che si occupa del gioco legalizzato, valutandone pronostici e scommesse. Secondo Agipro, ogni italiano adulto spende circa 2.400 euro in media all’anno in giochi legali, attribuendo ad una scommessa, ad una bolletta o ad una schedina, una potenzialità di guadagno quasi pari ad uno stipendio. E’ proprio nei periodi di crisi che molti, in particolare provenienti agli strati poveri della società, affidino le proprie speranze ad una scommessa azzeccata, come panacea di tutti i mali. Da gennaio a lugio di quest’anno, il mercato dei giochi pubblici ha fatto registrare un vero e proprio boom, 41 miliardi di euro, il 21,4per cento rispetto allo scorso anno, ed una somma pari al 60 per cento della nostra spesa alimentare. Lo Stato favorisce il gioco e la scommessa legale, perché da essa trae enormi profitti. Ma nel contempo, nella manovra aggiuntiva d’agosto, all’art. 1 commi da 63 a 81, ha rafforzato i controlli ed inasprito le pene per le scommesse illegali, che oltre ad essere il primo passo verso l’usura, rappresenta una rilevante fetta di evasione fiscale.

Maria Giovanna Milanese
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